Tema corteo storico 2016

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L’arte del fustagno ad Asti

Risale al XV secolo la decisione di Luigi d’Orléans di stimolare l’attività manifatturiera astigiana sia mediante lo scavo di un canale che derivasse l’acqua del Borbore e – permettendone l’utilizzo per azionare nuovi mulini, battitoi, seghe – sia mediante l’esonero per tre anni da ogni pedaggio o dazio sull’importazione di lana, cotone, gualdo, robbia e altre materie prime.

Il governatore di Asti Rinaldo di Dresnay confermò norme relative alla produzione del fustagno emanate da una commissione di dodici esperti nominati dal consiglio generale della città.

Si diffuse così ad Asti la produzione di fustagno, un tessuto misto di lana e cotone molto robusto, di aspetto simile al velluto, ma più economico.

Il tessuto veniva filato su dei telai e per coloralo veniva messo a bollire con foglie di erbe tintorie, la robbia (rosso) e il gualdo (blu). Le tele di fustagno venivano poi vendute sulle piazze di Savona e Genova.

Un’attività produttiva che contribuì a valorizzare le competenze tecniche e commerciali di Asti e del territorio, frutto del “buon governo” orleanese del quale trassero beneficio sia la città sia le località dell’esteso contado dipendente.